Tecniche di commercio internazionale: Public Affairs & Lobbying
Roma, Camera di Commercio di Roma, 7 luglio 2010
Workshop Intformatevi
Tecniche di commercio internazionale:
“Public Affairs & Lobbying”
Roma – Camera di Commercio di Roma – 7 luglio 2010
Gli interventi del Workshop
Marketing internazionale
di Massimiliano Falcone
download presentazione (5,5 Mb)
Breve riepilogo della giornata formativa a cura di SprintLazio
PUBLIC AFFAIRS
Public Affairs indica l’insieme di tutte quelle attività strategiche di una impresa dirette ai suoi stakeholder, ovvero a quello che il marketing chiama pre-mercato, e quindi interessa tutte le forze che direttamente o indirettamente creano il contesto competitivo nel quale l’azienda si muove, ovvero le regole del gioco.
Più nello specifico, per Public Affairs si intende l’attività di fare pressione su chi (interlocutore/referente) ha il potere di decidere/indirizzare le regole del mercato.
L’interlocutore di una impresa è definito STAKEHOLDER; i principali sono: le istituzioni politiche (governi, ministeri, municipi, organismi pubblici ecc …), la comunità finanziaria, i mass media, i sindacati, i gruppi di opinione e le associazioni di categoria e dei consumatori o comunque le associazioni industriali o altre organizzazioni che rappresentano settori specializzati del commercio, della produzione e dei servizi. Con il termine stakeholder si individuano, quindi, tutti i soggetti “portatori di interessi” nei confronti di un’iniziativa economica e quindi sono altro dagli interlocutori classici di una impresa (fornitori e clienti ai quali invece è indirizzata l’attività di marketing), e costituiscono gli interlocutori locali con il quale entrare in contatto per rappresentare i propri interessi aziendali che si possono riassumere in due categorie principali:
– ridurre i rischi legati all’attività imprenditoriale (aumento delle tariffe doganali, cambiamento della legislazione locale, ecc.)
– ottenere maggior successo imprenditoriale influendo e indirizzando le scelte di un mercato verso gli interessi dell’impresa
In altre parole, scopo principale dell’attività di public affairs è di rappresentare interessi e punti di vista di un’impresa o di un’organizzazione nei confronti dello stakeholder al fine di indirizzare scelte e decisioni che stanno dietro e prima del mercato (per questo si parla anche di attività di PRE-MARKET).
STEP
1. IDENTIFICAZIONE DEGLI STAKEHOLDER
Identificazione degli interlocutori locali a cui rivolgere la propria attenzione in relazione allo specifico scopo che si intende raggiungere.
2. CLASSIFICAZIONE DEGLI STAKEHOLDER
Rispetto al proprio obiettivo e alla propria attività imprenditoriale, gli stakeholder posso avere diversa importanza (rappresentanti di governo regionale piuttosto che di governo nazionale, ufficiali di dogana piuttosto che associazione di consumatori, ecc.)
Gli stakeholder vengono classificati, sempre rispetto alla propria attività, in base a:
– INTERESSE (quanto interesse ha lo stakeholder per la mia attività)
– POTERE (quanto potere ha di manovra e quindi di influenzare le decisioni che mi interessano)
3. INGAGGIO
A partire dall’analisi incrociata delle variabili di interesse e potere si predispone la strategia di ingaggio, ovvero la modalità di contatto con i diversi tipi di stakeholder. Colui o coloro (stakeholder singolo o gruppo di persone) che hanno maggiore interesse e maggior potere diventano i KEY-PLAYER delle nostre azioni informative e consultive, anche quando si tratta di stakeholder CONCORRENTI.
LOBBYING
Con il termine LOBBY si indica l’attività di un gruppo di individui/organizzazione finalizzata a portare a conoscenza dei centri legiferanti un loro interesse particolare, al fine di influenzarne le decisioni e dunque incidere sulle istituzioni legislative (in Europa presso la Commissione). Lobbying è dunque l’insieme delle attività di relazione e rappresentanza svolte da persone, società, associazioni, enti pubblici e privati nei confronti dei dirigenti e funzionari di un organo legislativo o governativo pubblico (comunitario, nazionale, regionale o locale) o dei rappresentanti e dirigenti di società ed enti economici sotto il controllo pubblico per difendere gli interessi delle aziende di fronte alle istituzioni pubbliche che hanno potere decisionale.
“Il lobbying in seno alle istituzioni comunitarie non è fenomeno nuovo, bensì affonda le sue radici e comincia a manifestarsi già dai primi anni di vita delle Comunità; il suo intensificarsi è però parallelo all’aumentare delle competenze che l’ordinamento comunitario assume nel corso degli anni […] L’aumento di potere decisionale in seno all’Unione ha reso le sue istituzioni un luogo di particolare importanza per tutti i soggetti sociali, economici e politici i quali hanno interesse a che le decisioni adottate in quelle sedi siano le più consonanti con le proprie necessità ed aspettative; da qui, secondo una dinamica conosciuta, la tendenza alla ricerca di contatti con coloro che assumono un ruolo rilevante nell’ambito della funzione di policy-making a Bruxelles, con l’obiettivo di «influenzarne» le decisioni secondo determinati scopi. Il fare lobbying, pertanto, è diretta conseguenza dell’assunzione a livello europeo di poteri rilevanti sul piano politico-legislativo, precedentemente prerogativa degli Stati membri, determinando uno spostamento parallelo dell’azione dei gruppi di pressione dal livello nazionale al livello comunitario.” – da “Il fenomeno del lobbying negli Stati Uniti e nell’Unione europea” di Tiziano Checcoli
APPROCCI
– INGENUO
Gli interlocutori si muovono senza contestualizzare il paese/mercato nel quale operano, ovvero è necessario entrare nel contesto economico, ma anche sociale e culturale del paese estero per capire le motivazioni che stanno dietro alcune scelte di mercato al fine di agire nel modo più opportuno ed efficace.
– STRUTTURATO
Agire in relazione al contesto di riferimento e quindi considerare tutte le implicazioni (prima di tutto politiche) del proprio intervento: l’attività di una piccola azienda con la quale vogliamo entrare in concorrenza per affermare il nostro prodotto/servizio può essere appoggiata da imprese più grandi ed è dunque fondamentale capire quali sono i veri attori del contesto in cui desidero muovermi.
E’ anche importante muoversi in tempo e seguire con largo anticipo il percorso delle scelte politiche e dunque legislative (infatti, quanto più un paese è democratico, tanto più le decisioni richiedono tempo).
DUE MODALITA’ (NON ESCLUSIVE)
– DIRETTA: azione diretta verso i decisori
– INDIRETTA: azione sui destinatari finali di una eventuale scelta dei decisori affinché siano proprio i destinatari finali a fare pressione sui decisori attraverso il coinvolgimento dei media, dei clienti, delle organizzazioni/associazioni, ecc.
ATTORI E STRUMENTI
L’azione di lobby che mette in contatto imprese e decisori presuppone il coinvolgimento di altre persone/organismi/strumenti che consentono una azione maggiormente efficace ad indirizzare le scelte dei decisori finali verso i propri interessi: associazioni di categoria (rappresentano la voce delle imprese di fronte ai decisori), studi privati di consulenza (rappresentare le imprese è il loro mestiere), università e centri di ricerca (la loro attività di ricerca e gli studi da loro prodotti danno evidenza empirica e neutrale a ciò che si vuole divulgare), gli opinion leader e i media (hanno il potere di raggiungere il grande pubblico influenzandone le opinioni).