Il Business Plan per l’internazionalizzazione

Lo strumento più utilizzato per pianificare e valutare un progetto imprenditoriale all'estero è il Business Plan per l'internazionalizzazione, che permette di sviluppare sia una previsione chiara ed esaustiva del progetto, sia un'analisi della realtà aziendale in termini di risorse, organizzazione e funzioni. ll Business Plan (BP) è il documento che riassume il progetto imprenditoriale che si intende avviare e contiene una serie di informazioni quali: * la presentazione del progetto * l'analisi del settore di attività e del mercato * gli investimenti e i costi correlati.   Consente di verificare nella sostanza la fattibilità del progetto stesso e di pianificarne l'avvio, cercando di trasformare il rischio generico in rischio calcolato.   Gli obiettivi del Business Plan Il BP viene realizzato in particolare con due obiettivi: 1 aiutare la reale comprensione del business da parte dei soggetti promotori dell'iniziativa, evidenziando i rischi e le possibili ripercussioni di ogni scelta di medio/lungo periodo e di fissare gli obiettivi che dovranno essere raggiunti affinché il progetto abbia successo 2 convincere eventuali finanziatori sia di capitale di rischio che di debito a partecipare al progetto.   La costruzione del Business Plan comporta un'approfondita analisi/indagine strategica preliminare; occorre individuare la possibile evoluzione dell'ambiente con cui si confronta l'impresa e quale sarà l'evoluzione della situazione ambientale nell'orizzonte temporale preso in considerazione.   Questo aspetto è particolarmente importante in un progetto d'internazionalizzazione in quanto l'azienda si inserisce in un ambiente esterno (legislativo, economico-finanziario, fiscale) sconosciuto o parzialmente conosciuto e che può rivelarsi anche più determinante dell'ambiente interno all'azienda stessa (organizzazione, prodotto, ecc.) per il successo dell'iniziativa. In base alle conclusioni dell'indagine, sarà possibile individuare le opportunità strategiche principali che l'impresa potrà perseguire e, per ogni opzione individuata, occorrerà valutare l'impatto differenziale sulla struttura di costi e ricavi dell'azienda, facendo attenzione sia ad ogni possibile implicazione che ai rischi correlati. Una volta definito il progetto nei suoi tratti fondamentali e valutata la fattibilità gestionale-operativa, l'azienda potrà considerare se esistono strumenti finanziari più adatti per supportare la realizzazione dello start-up del progetto d'insediamento sul mercato estero.   SIMEST S.p.A. è la merchant bank che ha il compito di gestire gli interventi di sostegno pubblico alle imprese italiane che operano nei mercati esteri. I principali strumenti di intervento agevolativo prevedono forme di sostegno a supporto del capitale d'impresa, regolati da forme di partecipazione societaria o a favore di studi di mercato o anche investimenti di tipo commerciale.   Quindi anche il Business Plan per l'internazionalizzazione è finanziabile. La legge di finanziamento di riferimento è l'art.6 comma 2 lett. C della legge 133/08 (finanziamento allo 0,5% della durata di 4 anni). Se dal Business plan si passa alla fase operativa allora vediamo che: * per gli investimenti commerciali è previsto un finanziamento a tasso agevolato (attualmente allo 0,5% della durata di 7 anni) regolamentato dalla l'art.6 comma 2 lett. A della legge 133/08 * per finanziare l'investimento produttivo, interviene la L.100/90 che prevede una partecipazione al capitale sociale da parte di SIMEST in qualità di socio di minoranza (fino al 49% della capitale sociale dell'impresa estera) tramite l'acquisizione di quote/azioni della New.co - new company estera, contribuendo a rafforzarne la struttura patrimoniale ed al contempo avviando un contributo in conto interessi della durata massima di 8 anni nel caso in cui l'azienda avesse aperto una linea di credito con la propria banca per il finanziamento del proprio capitale di rischio sottoscritto nella Newco.   Questo contributo è però ottenibile solo se la Newco ha sede fuori dalla UE, precisiamo questo in quanto recentemente Simest ha la possibilità di operare anche all'interno della UE, ma in quest'area non è possibile ottenere il contributo in conto interessi.   Sempre recentemente è stato istituito un Fondo Start Up finalizzato alla partecipazione in Newco espressamente costituite per la gestione di un progetto di internazionalizzazione Questa particolare tipologia di aiuto consente all'azienda di avviare l'iniziativa con il supporto di valide garanzie patrimoniali, potendo cosi far fronte alle esigenze primarie della Newco anche nei confronti degli istituti di credito presenti sul mercato locale. www.newsmercati.com  

Lo strumento più utilizzato per pianificare e valutare un progetto imprenditoriale all’estero è il Business Plan per l’internazionalizzazione, che permette di sviluppare sia una previsione chiara ed esaustiva del progetto, sia un’analisi della realtà aziendale in termini di risorse, organizzazione e funzioni.


ll Business Plan (BP) è il documento che riassume il progetto imprenditoriale che si intende

avviare e contiene una serie di informazioni quali:

* la presentazione del progetto

* l’analisi del settore di attività e del mercato

* gli investimenti e i costi correlati.

 

Consente di verificare nella sostanza la fattibilità del progetto stesso e di pianificarne l’avvio, cercando di trasformare il rischio generico in rischio calcolato.

 

Gli obiettivi del Business Plan

Il BP viene realizzato in particolare con due obiettivi:

1 aiutare la reale comprensione del business da parte dei soggetti promotori

dell’iniziativa, evidenziando i rischi e le possibili ripercussioni di ogni scelta di

medio/lungo periodo e di fissare gli obiettivi che dovranno essere raggiunti affinché il

progetto abbia successo

2 convincere eventuali finanziatori sia di capitale di rischio che di debito a partecipare al

progetto.

 

La costruzione del Business Plan comporta un’approfondita analisi/indagine strategica

preliminare; occorre individuare la possibile evoluzione dell’ambiente con cui si confronta

l’impresa e quale sarà l’evoluzione della situazione ambientale nell’orizzonte

temporale preso in considerazione.

 

Questo aspetto è particolarmente importante in un progetto d’internazionalizzazione in

quanto l’azienda si inserisce in un ambiente esterno (legislativo, economico-finanziario,

fiscale) sconosciuto o parzialmente conosciuto e che può rivelarsi anche più determinante

dell’ambiente interno all’azienda stessa (organizzazione, prodotto, ecc.) per il successo

dell’iniziativa.

In base alle conclusioni dell’indagine, sarà possibile individuare le opportunità

strategiche principali che l’impresa potrà perseguire e, per ogni opzione individuata, occorrerà valutare l’impatto differenziale sulla struttura di costi e ricavi dell’azienda,

facendo attenzione sia ad ogni possibile implicazione che ai rischi correlati.

Una volta definito il progetto nei suoi tratti fondamentali e valutata la fattibilità

gestionale-operativa, l’azienda potrà considerare se esistono strumenti finanziari più adatti

per supportare la realizzazione dello start-up del progetto d’insediamento sul mercato

estero.

 

SIMEST S.p.A. è la merchant bank che ha il compito di gestire gli interventi di sostegno

pubblico alle imprese italiane che operano nei mercati esteri. I principali strumenti di

intervento agevolativo prevedono forme di sostegno a supporto del capitale d’impresa,

regolati da forme di partecipazione societaria o a favore di studi di mercato o anche

investimenti di tipo commerciale.

 

Quindi anche il Business Plan per l’internazionalizzazione è finanziabile. La legge

di finanziamento di riferimento è l’art.6 comma 2 lett. C della legge 133/08

(finanziamento allo 0,5% della durata di 4 anni).

Se dal Business plan si passa alla fase operativa allora vediamo che:

* per gli investimenti commerciali è previsto un finanziamento a tasso agevolato

(attualmente allo 0,5% della durata di 7 anni) regolamentato dalla l’art.6 comma 2

lett. A della legge 133/08

* per finanziare l’investimento produttivo, interviene la L.100/90 che prevede una

partecipazione al capitale sociale da parte di SIMEST in qualità di socio di minoranza

(fino al 49% della capitale sociale dell’impresa estera) tramite l’acquisizione di

quote/azioni della New.co – new company estera, contribuendo a rafforzarne la

struttura patrimoniale ed al contempo avviando un contributo in conto interessi della

durata massima di 8 anni nel caso in cui l’azienda avesse aperto una linea di credito

con la propria banca per il finanziamento del proprio capitale di rischio sottoscritto

nella Newco.

 

Questo contributo è però ottenibile solo se la Newco ha sede fuori dalla UE,

precisiamo questo in quanto recentemente Simest ha la possibilità di operare anche

all’interno della UE, ma in quest’area non è possibile ottenere il contributo in conto

interessi.

 

Sempre recentemente è stato istituito un Fondo Start Up finalizzato alla partecipazione

in Newco espressamente costituite per la gestione di un progetto di internazionalizzazione

Questa particolare tipologia di aiuto consente all’azienda di avviare l’iniziativa con il

supporto di valide garanzie patrimoniali, potendo cosi far fronte alle esigenze primarie

della Newco anche nei confronti degli istituti di credito presenti sul mercato locale.

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