La complessità, la lunghezza e l'onerosità delle procedure di recupero transfrontaliero dei crediti hanno un impatto economico negativo e toccano in particolare le PMI. In questo difficile contesto, la situazione diventa ancor più complicata se il creditore vuole ottenere dei provvedimenti cautelari che pongano sotto sequestro conservativo il patrimonio del debitore ubicato all'estero.
Secondo uno studio della Commissione Europea, meno del 12% delle imprese cerca di recuperare oltre frontiera i rispettivi crediti attraverso sequestri conservativi nazionali. Non sorprende quindi che, nel luglio 2011, la Commissione Europea - per facilitare il recupero del credito transfontaliero in materia civile e commerciale - abbia proposto un regolamento volto a istituire un'ordinanza europea di sequestro conservativo sui conti bancari (OESC).
Un articolo di Newsmercati analizza in sintesi gli obiettivi e i contenuti generali della proposta, che potrebbe vedere la luce in tempi brevi.
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Dopo aver dato vita all'Unione, a partire da gennaio 2012 doganale Bielorussia, Kazakistan e Russia, hanno costituito uno Spazio economico comune che prevede la libera circolazione di cittadini, merci, servizi e capitali.
La Commissione Economica Eurasiatica (organo che si occupa del funzionamento dell'Unione Doganale) ha creato una zona di libero scambio di merci e servizi con conseguente abolizione dei controlli tra le frontiere dei tre paesi. Questa progressiva armonizzazione delle legislazioni commerciali tra Bielorussia, Kazakistan e Russia ha previsto l'istituzione di un regime tariffario comune, regole comuni in materia di determinazione del Paese di origine delle merci e un sistema condiviso che regoli i controlli e i procedimenti doganali.
Il 1° gennaio 2012, gli Stati membri dell'Unione doganale hanno aderito alla Convenzione internazionale sul sistema armonizzato (SA) di designazione e di codificazione delle merci.
Lo Spazio economico comune rappresenta, dopo l'Unione doganale, un ulteriore passo verso l'Unione economica (che dovrebbe entrare in vigore nel 2015) e prevede l'armonizzazione graduale degli standard e delle norme che regolano gli aspetti strategici del business.
Inoltre, lo Spazio economico comune impegna i tre partner a condurre politiche macroeconomiche coordinate e a favorire lo sviluppo di mercati settoriali integrati.
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La risoluzione n. 19 del 25 marzo 2013 dell'Agenzia delle Entrate conferma l'obbligo per l'operatore nazionale di provare l'avvenuta cessione intracomunitaria a giustificazione del mancato addebito dell'IVA in fattura, e fornisce delucidazioni in merito alla relativa documentazione da conservare a supporto.
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Sulla base del Regolamento n. 1257/12 che il Parlamento europeo ha approvato l'11 dicembre 2012 (attuazione di una cooperazione rafforzata nel settore dell'istituzione di una tutela brevettuale rafforzata) a partire dal 1° gennaio 2014 - secondo le stime più ottimistiche - diventerà operativo il brevetto europeo con effetto unitario in 25 stati UE: Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Regno Unito. L'Italia non è, ad oggi, parte di questo accordo.
Il brevetto unitario rappresenta l'approdo di un lungo e articolato dibattito che ha interessato le istituzioni comunitarie e i singoli Stati. L'obiettivo del legislatore comunitario è stimolare la crescita degli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, garantendo l'accesso a un sistema di tutela della proprietà industriale facilmente accessibile e più coerente e uniforme nella tutela giurisdizionale.
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Partirà con l’incontro di Viterbo “Focus Agroalimentare Canada: certificazioni per l’esportazione, strumenti operativi e normativi” (15 aprile) il sesto ciclo di seminari IntFormatevi, un percorso formativo gratuito indirizzato alle PMI del Lazio impegnate in progetti di internazionalizzazione, che nelle precedenti edizioni ha coinvolto oltre 1.600 imprenditori e realizzato 48 appuntamenti.
Ha preso avvio la seconda fase del Progetto Aerospazio e Difesa, iniziativa di internazionalizzazione che negli scorsi mesi ha coinvolto un gruppo di aziende della filiera dell’Aerospazio in attività di consulenza finalizzata a mappare le rispettive competenze/prodotti, e ad affiancare le imprese durante la loro partecipazione alla Fiera Aeromart Toulouse 2012.
Nel corso del Forum "La Cina arreda italiano" (Milano, 6 marzo 2013) i relatori hanno presentato dati aggiornati sul mercato cinese e offerto spunti di riflessione interessanti.
La Cina non rappresenta una novità per l'arredo made in Italy: alcuni pionieri lavorano in questo paese già da diversi anni, seppur con risultati ancora al di sotto delle aspettative, considerando le enormi potenzialità. A livello assoluto il mercato cinese rappresenta infatti solamente il 13esimo mercato per il macrosistema Arredamento italiano, ancora lontano da paesi quali Francia e Germania ma anche Stati Uniti e Russia.
Secondo i dati forniti nel corso del convegno organizzato da ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, FederlegnoArredo e Promos, il prodotto italiano gode di ottima fama, ed è associato a uno stile classico: tra gli acquirenti cinesi di mobili stranieri l'Italia è infatti la prima scelta (29%), seguono Germania (25%), Giappone (17%), Spagna e USA (14%).
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Negli ultimi mesi del 2012 il parlamento brasiliano ha approvato un disegno di legge che prevede l'adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite sui contratti di compravendita internazionale di merci conclusa a Vienna l'11 aprile del 1980.
Sebbene la legge sia ancora in attesa di ratifica da parte del Presidente della Repubblica, è opportuno evidenziare l'importanza dell'iniziativa poiché l'adozione della Convenzione determinerebbe un significativo cambiamento nell'ambito del panorama normativo interno in tema di vendita internazionale.
Fino ad oggi il Brasile ha infatti sempre mantenuto un atteggiamento di favore con riguardo alla propria disciplina nazionale in materia di compravendita di beni mobili (ricompresa nel codice civile come modificato con la riforma del 11 gennaio 2003) tanto che la stessa, se possibile, viene tendenzialmente applicata anche per dirimere controversie insorte tra soggetti appartenenti a Stati diversi.
Con l'auspicata adesione alla Convenzione, invece, se si considera che l'Italia è stata uno dei primi paesi firmatari, i produttori italiani che esportano prodotti in Brasile potranno fare affidamento su una disciplina uniforme e, in caso di controversia, pervenire a una più agevole composizione del conflitto.
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Un Paese con 115 milioni di consumatori in piena crescita, con un'industria alimentare di rilevanza mondiale: il Messico rappresenta oggi uno dei mercati di sbocco più interessanti per l'industria italiana del packaging alimentare.
E i dati riportati in un recentissimo rapporto di ICE - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane lo confermano. La produzione annua dell'industria del confezionamento e imbottigliamento è di 10 milioni di tonnellate anno con un fatturato superiore a 11 miliardi e le importazioni di macchinari destinate a questa attività ammontano a 500 milioni all'anno.
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