“IO NON ODIO” è stato un bellissimo percorso. Per noi come Istituzione è fondamentale partire dalle ragazze e dai ragazzi.” – dichiara Giovanna Pugliese, Assessora al Turismo e alle Pari Opportunità della Regione Lazio. “Attraverso i vari incontri con la musica, la scrittura, il teatro e i grandi protagonisti del mondo della cultura e dello spettacolo ci siamo dati un obiettivo ambizioso, vedervi diventare ambasciatori dell’eliminazione della violenza sulle donne e attivi contro il razzismo, il bullismo e qualsiasi forma di discriminazione”
“Voglio solo darvi – continua Pugliese – qualche numero delle persone coinvolte: 2688 studenti, 120 docenti di 41 scuole superiori del Lazio. Ci impegniamo a confermare questo progetto anche per il prossimo anno e lo faremo crescere sempre di più, allargandolo anche alle università e ai luoghi di aggregazioni giovanili e non solo”
Così l’Assessora Pugliese durante l’incontro che si è svolto questa mattina all’Auditorium Parco della Musica di Roma per la finale del Progetto “IO NON ODIO”progetto promosso dalla Regione Lazio, Assessorato Turismo e Pari Opportunità, con l’Assessorato Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e diritto allo studio universitario.
Dopo un lungo percorso che ha coinvolto le scuole del Lazio, si è svolta la premiazione dei migliori lavori prodotti dalle studentesse e dagli studenti, ispirati agli incontri proposti e al progetto.
La mattinata ha visto la conduzione di Livio Beshir, la musica e gli interventi di Lillo Petrolo, Sherol Dos Santos, Mattia Briga, Carlotta Natoli e Flavia Rizza,testimonial della campagna itinerante contro il cyberbullismo “Una vita da social”.
Quattro gli appuntamenti precedenti: la musica (con Vinicio Capossela, Frankie Hi-NRG, Zen Circus e altri), la letteratura (con l’incontro “Parole contro l’odio” e con il monologo di Michela Murgia), il cinema(con il documentario Tumarankè), e il teatro (con Serena Dandini e il suo “Ferite a morte”) sono state quindi le chiavi di lettura e racconto di Io Non Odio, per parlare ai ragazzi di parole, di “altro”, di “diverso”, avvicinando gli studenti alla diversità potenzialmente discriminata, con i protagonisti diretti, attraverso le testimonianze, con ironia, intelligenza e comprensione.